La materia di cui sono fatti gli oggetti ha sempre destato la mia curiosità. Nel sistema ipertrofico della produzione ultra consumistica, gli oggetti diventano scarto ancor prima di concludere il loro ciclo e di essere, direi, “goduti”. Ecco perciò che essi vengono abbandonati e gettati spesso in luoghi inopportuni: la strada, le spiagge, il mare. Luoghi che frequento e da dove li raccolgo, non per il solo esercizio di cura dell’ambiente ma perché preda di una fascinazione vera e propria. Attratta dalle forme, dalla texture, dalla trasformazione che l’esposizione alle intemperie agisce, vedo il potenziale di una nuova estetica dell’oggetto. La materia non è mai statica e la mia sfida è quella di trasformarla in forma d’arte. Sì, mi definisco un’“Artivista ambientale”: la mia produzione di monili, di design e oggetti artistici con materiali post consumo, ha l’ambizione di coniugare estetica e coscienza ambientale, di trasmettere l’élan vital della materia insieme alla cultura ecologica.
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OPERE IN ESPOSIZIONE
TITOLO GENERALE: PLASTOCENE
Plastocene “Jolly Jelly” - Lampada medusa realizzata con scarti dei fusti di birra
Platocene “Spill Over” - Scultura luminosa di pesce realizzata con residui di fili per la pesca
Plastocene “Pescato” - Tavoletta in resina epossidica e mosaico di mesoplastiche
Plastocene “Medusa” - Tavoletta in resina epossidica e mosaico di mesoplastiche
“Collana MOOI” - Realizzata con bottiglia recuperata sulla spiaggia e dedicata all’Africa. Esposta insieme ad una bambolina africana ritrovata fra la sabbia, probabilmente appartenuta a qualche bambina in ‘navigazione’ verso l’Europa.