Azzena Stefano - Titolo dell'opera: HOPE

Azzena Stefano - Titolo dell'opera: HOPE

Hope è un grido di speranza rivolto a tutti quelli che in questo momento stanno vivendo il dramma della guerra.
In particolar modo è un grido rivolto ai bambini che innocentemente e inconsapevolmente non ne trarranno alcun beneficio e ne verranno segnati profondamente.
Purtroppo l'Europa in questo momento sta vivendo il dramma della guerra e ne è coinvolta in prima persona, non sappiamo quanto durerà né come evolverà. Tutti noi dobbiamo adattarci a questa situazione e anche se distanti dal conflitto ne stiamo subendo le conseguenze. "L'arte è un'arma con la quale si può disinnescare la bomba". L’opera trasmette il mio pensiero nei confronti del conflitto che si sta consumando, ponendo attenzione alle generazioni future che nel gesto di cogliere il fiore della speranza, saranno coloro le quali si dovranno cimentare nella ricostruzione di ciò che è andato perduto.I materiali utilizzati sono materiali di scarto, uniti e assemblati per dare forma ad una composizione di forte impatto visivo, volutamente destabilizzante.

Dimensioni

50 x 70 cm

Centro diurno La Fabbrica dei sogni - Titolo dell'opera: Paradosso: Gra-Nata?

Centro diurno La Fabbrica dei sogni - Titolo dell'opera: Paradosso: Gra-Nata?

Realizzata con materiali di scarto. La base è in ceramica riciclata rivestita con spugna e cartapesta.
L’opera nasce da una speranza: quella che dalle bombe nascano i fiori! E che diventino quindi portatrici di vita e non di morte! Abbiamo immaginato che questa fosse anche la speranza di ogni bambino che vive e vede la guerra con i suoi occhi! Realizzata così come se nascesse da un disegno di un bambino, in modo molto elementare. L’opera nasce anche da una riflessione proprio sulla parola gra-NATA che a noi è sembrata proprio un paradosso!

Dimensioni

50 x 90 cm

Ciulli Simone - Titolo dell'opera: My eyes on you

Ciulli Simone - Titolo dell'opera: My eyes on you

Fotografia e illustrazione

Gli occhi dei bambini sono come sogni, ma possono diventare incubi per i numerosi soldati che si sono macchiati del crimine di averli uccisi in una guerra.
Il rosso vivo del sangue si mescola con il colore azzurro delle gocce di lacrime che scendono dagli occhi di ogni bambino che dovrebbero giocare e sognare, invece che vivere l'incubo creato dai grandi.

Dimensioni

30 x 20 cm

De Santis Giampiero - Titolo dell'opera: Solidi legami

De Santis Giampiero - Titolo dell'opera: Solidi legami

‘Solidi legami’ è la quarta rappresentazione della serie ‘NonSenso’: una ‘micro ricerca artistica’ nata per caso al fine di far emergere i pensieri che nascono anche solo osservando i materiali a disposizione e si concretizzano attraverso la scultura o altre tecniche miste.

‘Solidi legami’ rappresenterebbe un legame a prima vista indissolubile marcato proprio dalla presenza dalla pietra e del ferro.
Quest’ultimo si interseca sulla pietra e nella pietra e la trafigge in un movimento, in un viaggio ‘attraverso’ del tutto causale. Un passaggio, un’intrusione, delle emozioni, dei sentimenti...un abbraccio, un legame. Ma qualcosa è senza senso. La pietra rimane sospesa appunto ‘appesa ad un filo’ come a mostrare un legame precario, debole.
Ecco il NonSenso: ‘la solidità nella precarietà’ o il contrario ‘la precarietà nella solidita’: due materiali ‘forti’, pietra e ferro ma che evidenziano delle debolezze. Il “legame” inteso in tal senso è un elemento di fuga (spazio di fuga) dal limite della guerra. In sostanza anche se gli elementi base sono magari valide motivazioni-solidi, una via di fuga/uscita deve pur trovarsi! Il filo/bambini trafigge/sorpassa il limite. DATI La pietra è stata bucata e il ferro spinato è stato ‘modellato’ sulla pietra. La scultura è costituita da una pietra di fiume (dei nostri fiumi portata dalla pioggia chissà da quale parte) e dal ferro spinato recuperato in una campagna. DATA REALIZZAZIONE: ottobre 2021.

Dimensioni

La scultura poggia su un piedistallo di marmo recuperato e riadattato (misura lastra marmo 10 x 10 x 3 cm). Altezza: 15 cm Larghezza: 15 cm Peso: 1,949 Kg

Leonelli Germana - Titolo dell'opera: Paura

Leonelli Germana - Titolo dell'opera: Paura

Cartapesta dipinta con acrilici e pastelli

L’opera che ho creato per questo concorso rappresenta un bambino accucciato che si copre le orecchie con le mani e nasconde il viso fra le ginocchia.
Nel realizzare questa opera ho pensato a come può reagire un bambino di fronte a cose molto più grandi di lui. La reazione agli spari, alla violenza, alla deflagrazione provocata dalle bombe, alla distruzione di ogni cosa, comprese le certezze basilari (casa, famiglia, giochi, …) e, banalmente, ho voluto rappresentare SOLTANTO la paura.
Che cosa può fare un bambino di fronte a cose così tanto più grandi di lui, come la guerra, se non chiudersi a riccio evitando di vedere e di sentire?
Anche la scelta dei colori usati non è casuale. Sono poco vividi, sporchi, perché le guerre annientano le anime e le vite di tutti e trasformano i territori in rovine e polvere. La guerra non lascia spazio a colori e fantasia.
Le mani un po’ più grandi del normale vogliono sottolineare la drammaticità con cui il bambino cerca di proteggersi per non sentire, per alienarsi da un presente inspiegabile e drammaticamente troppo violento da accettare.

Dimensioni

15 x 12 x 10,5 cm

McQueen Steve Freddy - Titolo dell'opera: No war! No religion! No nation!

McQueen Steve Freddy - Titolo dell'opera: No war! No religion! No nation!

Animali simbolici e chiese alla stessa stregua di centrali nucleari.

La Natura è stata sottomessa dall’uomo e tutti ne pagano il danno. Tuttavia la cosa più "orribile" e che l'uomo sottometta l'uomo
con le guerre, con la violenza, con la parola e "credo" dannosi.
L'albero avvolto dal fuoco rappresenta i bambini che guardano alle stelle e al loro futuro; 
un'energia che deve essere usata per pensare senza vincoli e restare liberi. 

I simboli della colpa diventano innocui e dimostrano con la loro presenza che ancora qualcosa si può salvare.
Il pianeta è uno, l’umanità è una e ce lo ricordano le scritte NO WAR! NO RELIGION! NO NATION!

Dimensioni

53 x 63 cm

Monaco Agnese - Titolo dell'opera: Guerra pianto e natura

Monaco Agnese - Titolo dell'opera: Guerra pianto e natura

Guerra pianto e natura rappresenta in maniera stilizzata un bosco di tre alberi; da destra a sinistra vi sono le proiezioni di essi. Il primo è dritto tendente a sinistra, il secondo è notevolmente sbilanciato verso e il terzo è sul suolo, sorretto da un fiore stilizzato circolare. Nel secondo vi è l'occhio di una bambina con le lacrime, tre, simboliche come l'evoluzione dell'albero che pur cadendo mantiene rigoglioso il clima circostante con fatica. Tanti occhi di culture diverse, da quelli greci/turchi, occidentali e quelli stilizzati dei cartoni animati in basso al fiore viola/lilla . il rosso indica la guerra, il fuoco che annienta gli equilibri, gli occhi la sofferenza mondiale e la speranza di fortuna nel futuro. Il fiocco azzurro dimostra il nascituro maschio, come ad indicare che si può rinascere e continuare a vivere. Le palline gialle in rilievo morbide sui tronchi attenuano l'orrore in un clima dove la perfezione del circolare è una sorta di spirale concentrica, in un rebus di vita che sta a noi decifrare per portare la pace e l'equilibrio. Manifesto di realtà ma anche voglia di sperare nel futuro e della resistenza di ciò che ci circonda e di noi stessi che bagnamo d'acqua il terreno, rigoglioso dalle nostre cicatrici di grandi e piccini. La sofferenza dei bimbi che li rende consapevoli che possono tornare a sorridere nella semplicità e nel rispetto delle cose e nella natura e con l'ausilio del giallo che è linfa solare e vitale nell'unione di tutti i popoli.

Dimensioni

18 x 24 x 2cm

Ruggieri Fabio - Titolo dell'opera: Congoleyes

Monaco Agnese - Titolo dell'opera: Guerra pianto e natura

Il nome della bambina nella foto è Charity e l'ho incontrata per la prima volta dopo che ha percorso 2 giorni di viaggio a piedi prima di arrivare al nostro centro di malnutrizione a Goma. Nonostante la bimba fosse visibilmente nera i suoi capelli, a causa della malnutrizione, erano di color biondo cenere e questa la rendevano ancora più particolare. La causa è la mancanza quasi totale di proteine nel suo corpo e nel cuoio capelluto

Nei primi giorni era triste e apatica, non rideva, non diceva una parola... Gli unici a parlare erano i suoi grandi occhi neri, una linea diretta con la sua anima e il suo cuore ferito. Ed è proprio questo che ho voluto imprimere in una foto; tutto il dolore di un popolo martoriato dalla guerra, ma anche tanta speranza e desiderio di farcela, di vivere la propria fanciullezza.Chissà quante cose terribili ha visto a causa della guerra.

Nei giorni successivi poco a poco grazie all'amore di medici e volontari le è tornato il sorriso, seppur appena pronunciato, e tutta la sua bellezza di bimba è fiorita.

Spolverini Stefano - Titolo dell'opera: Il futuro ricomincia dai libri

Spolverini Stefano - Titolo dell'opera: Il futuro ricomincia dai libri

L’idea è che la guerra distrugge la cultura di un popolo e quindi la sua identità, toglie ai bambini la possibilità di studiare e quindi conoscere, la conoscienza è la base dello sviluppo della persona. Per questo ho immaginato, con gli occhi ed i tratti di un bambino, una città distrutta ma animata da sofferenze atroci, rappresentate dall’espressione degli edifici, che rivolgono lo sguardo al cielo, da dove cadono paracaduti con libri colorati, che porteranno la rinascita e la speranza di un futuro.

Dimensioni

A3

Zarrella Dominga - Titolo dell'opera: A better place

Zarrella Dominga - Titolo dell'opera: A better place

L’illustrazione digitale rappresenta un mondo ideale in cui i bambini, liberi dalle guerre, reinventano ciò che li circonda: le pistole sparano solo acqua e fiori, dagli aerei non piovono bombe ma colombe e quel che rimasto di sporco viene ripulito.

Dimensioni

Il file originale misura 420x297 mm a 300 DPI, profilo colore sRGB

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