Pispoli Mauro - Titolo dell'opera: Pappagalli verdi

Pispoli Mauro - Titolo dell'opera: Pappagalli verdi

Sempre fedele al mio credo, ovvero quello di abbinare l’arte con la musica, il lavoro di quest’anno sulla guerra e i bambini è ispirato dalla canzone di Piero Pelù con il testo del compianto Gino Strada, questo lavoro abbina la mia creatività al collage, utilizzando come sempre carta riciclata (nel vero senso della parola, perché riuso il retro delle fotocopie
dismesse) cartone, imballaggi tra cui la cornice creata utilizzando l’interno del packaging di un tagliaerba, che ho trovato in un cassonetto vicino al mio studio, ovviamente immancabili sono le mie macchie fatte usando i fondi del caffè. Come vedete ora nel mio piccolo, oltre all’arte c’è anche la filiera del riciclo il tutto lo devo un po’ anche a Contesteco.

Dimensioni

53 X 53 cm

Pappagalli Verdi è un libro e una canzone scritta da Gino Strada il fondatore di Emergency, il titolo prende il nome da un modello di mina antiuomo, prodotta in Russia, le mine sono lanciate a bassa quota dagli elicotteri, sono di colore verde, che inganna chi li osserva dal basso, perché assomigliano a dei volatili è per questo che nasce l’appellativo di pappagalli verdi.
Questo tipo di bombe a grappolo fa strage soprattutto di bambini, perché vengono scambiate per giocattoli, i bambini vengono colpiti soprattutto agli arti superiori e al volto, restando spesso sfigurati e ciechi, perché una peculiarità di queste mine è che non esplodono subito a contatto con il terreno, ma sono studiate perché il bambino le prenda in mano, abbia il tempo di tornare a casa, di farle vedere agli amici, che se la passeranno
di mano in mano, quando con l'accumulo di calore e pressione esploderanno.

Qui il testo integrale della canzone

È stato ferito da una mina. Una mina giocattolo. Quelle che i russi tirano sui nostri villaggi.
Così disse Mubarak, l'infermiere che faceva anche da interprete, avvicinandosi con un catino di acqua e una spugna.

Non ci credo è solo propaganda, ho pensato osservando Mubarak che tagliava i vestiti e iniziava a lavare il torace del bambino, sfregando energicamente come se stesse strigliando un cavallo. Guarda, guarda questo è un pezzo di mina giocattolo, l’hanno raccolto sul luogo dell'esplosione. I nostri vecchi le chiamano pappagalli verdi.
E si mette a disegnare la forma della mina. Dieci centimetri in tutto, due ali con al centro un piccolo cilindro. Sembra una farfalla più che un pappagallo e adesso posso collocare come in un puzzle il pezzo di plastica che ho in mano, è l'estremità dell’ala. Vengono già a migliaia, lanciate dagli elicotteri a bassa quota. Chiedi ad Abdullah l’autista dell’ospedale. Uno dei
bambini di suo fratello ne ha raccolta una l’anno scorso, ha perso due dita ed è rimasto cieco.
Mine giocattolo studiate per mutilare i bambini. E ho dovuto crederci anche se ancora oggi ho difficoltà a capire.
La forma della mina, con le due ali laterali serve a farla volteggiare. Non cadono a picco quando vengono rilasciate dagli elicotteri si comportano proprio come, i volantini,come i coriandoli, e si sparpagliano qua e la su un territorio molto più vasto, molto più vasto. E la mina, la mina non scoppia subito, spesso non si attiva neppure se la si calpesta. Funziona per accumulo successivo di pressione. Bisogna prenderla maneggiarla ripetutamente, schiacciarne le ali. Chi la raccoglie insomma, può portarsela a casa, mostrarla nel cortile agli amici incuriositi che se la passeranno di mano in mano ci giocheranno, poi esploderà. E qualcun altro farà la fine di Halil. Ho visto troppo spesso bambini che si risvegliano dall'intervento chirurgico, e si ritrovano senza una gamba o senza un braccio, hanno momenti di disperazione, poi incredibilmente si riprendono, ma niente è insopportabile per loro come svegliarsi nel buio.

I pappagalli verdi li trascinano nel buio per sempre, nel buio per sempre, nel buio per sempre.

Breve curriculum

Mauro Pispoli nasce a Firenze nel ‘56 «Sotto il segno dei pesci», frequenta l’istituto d’Arte di Porta Romana, diplomandosi in grafica pubblicitaria e, come «Il re che ama troppo» il proprio lavoro, inizia l’attività di art director presso varie agenzie tra Firenze e Milano. Nell’89 inizia «Un avventura» fondando il proprio studio e, «Strada facendo», realizza campagne in «Italia» e all’estero. «Sono sempre i sogni a dare forma al mondo» e così Mauro alterna la propria attività di visual designer a quella d’artista.

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