La forma della città: la riflessione di Pasolini sul degrado del paesaggio

La Forma della città di Pasolini

Pier Paolo Pasolini ha sempre cercato di far riflettere i cittadini, ma anche gli uomini delle istituzioni, attraverso le tante attività che lo hanno visto protagonista. La sua forte critica nei confronti dell’omologazione distruttrice provocata dalla forma di sviluppo economico che si instaurò in Italia all’indomani della fine della seconda guerra mondiale, è una delle più celebri “battaglie” che Pasolini intraprese nel corso della sua vita.
Anche se il boom economico del dopoguerra è stato un’evidente rinascita dopo la distruzione e la miseria che il conflitto aveva provocato, per Pasolini si stava delineando una differente forma di disfacimento sociale, ambientale e urbano. Ciò che il Maestro pensava riguardo la trasformazione del tessuto sociale e i danni all’ambiente provocati dalla malsana forma di sviluppo dettata dal Potere e dal consumismo sfrenato, la possiamo comprendere nella sua riflessione “Sviluppo e Progresso”. La sua forte critica verso l’urbanizzazione incontrollata e il degrado del paesaggio, ce la racconta invece in modo esaustivo ne “La forma della città”, un documentario da lui realizzato nel 1974.

Con questo suo importante contributo, Pier Paolo Pasolini ha voluto denunciare la grave speculazione edilizia che stava danneggiando irreparabilmente il paesaggio storico italiano, con il benestare delle istituzioni. Il documentario ha come soggetto la città di Orte in provincia di Viterbo. Appostandosi ad una distanza di qualche km da essa, Pasolini prima fa un’inquadratura stretta sul suo centro storico, per poi allargala portando all’attenzione dell’osservatore i palazzi di nuova costruzione delle case popolari che sorgono al lato dello stupendo paesaggio storico. Un vera e propria deturpazione provocata da qualcosa di estraneo, che va a sconvolgere appunto la forma della città nel suo stretto contatto con la natura.
La sua critica non è nei confronti delle povere case popolari che pur necessarie potevano essere costruite in un altro posto, ma verso i differenti caratteri stilistici che appartengono a due mondi diversi, evidenziando in modo perfetto il decadimento culturale che lo sviluppo post seconda guerra mondiale ha portato con sé in Italia, incentivato dalla politica. Quello del degrado del paesaggio è per Pasolini un problema che ha notato in molti altri Paesi del mondo che ha visitato, ma che in Italia, con la sua bellezza storica unica e in armonia con l’ambiente e la natura, ha una valenza ancora più drammatica.

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